Dopo una vita fatta tra sacrifici e continue corse e avere davvero fatto il tutto e per tutto per garantire alla propria famiglia uno stile di vita discreto, fatto seppure di piccole cose, ma comunque genuine, per molte persone arriva quel momento in cui si attende la pensione e la si intende come quel momento destinato alla possibilità di interessarsi delle piccole cose, ma che sicuramente fa sempre piacere vivere.
Pensione, a questo punto, diventa un modo per dedicarsi alla propria serenità e anche al riposo, lontano dallo stress e dalla fretta. Un sogno per tantissimi, che, in alcuni casi, potrebbe non avverarsi a causa dei continui cambiamenti che interessano il mondo sfuggente e sembrerebbe anche irraggiungibile delle pensioni oggi giorno definite ancora tali.
Le recenti modifiche, infatti, hanno delineato un mondo che è fatto di tante novità, sicuramente tutte pensate per far grandi cose, ma in tantissime altre circostanze si avverte un profondo senso di sconfitta, specie per quanti pensavano di essere ormai a un passo dalla tanto acclamata pensione e invece adesso se ne devono pure tirare indietro, per via di alcuni aggiornamento che non vanno a loro vantaggio.
La pensione: un miraggio per milioni di persone
Se parliamo di miraggio, non stiamo assolutamente banalizzando l’argomento. Anzi, siamo consapevoli che chi ci legge ha ben chiaro perché le pensioni rappresentino un vero e proprio isolotto di felicità irraggiungibili. Se ne parla da sempre, soprattutto da quando sono state apportate delle modifiche piuttosto sostanziali che colpiscono una parte della popolazione, specie quella che svolge lavori di tipo usuranti. Ma va a colpire soprattutto chi il lavoro non ce l’ha.
Perché, parliamoci chiaro, il problema più grande è sicuramente questo: non avere la possibilità e la sicurezza di considerarsi al sicuro, perché di lavoro ce n’è poco, non è quasi mai continuativo e per molti di noi, soprattutto per i giovani, si aprono scenari a dir poco raccapriccianti, al limite della povertà. Quindi, se il lavoro non c’è, la garanzia per una pensione futura è praticamente assente.
Ovviamente chi lavora, sebbene non abbia quei requisiti tali per cui possa rientrare in alcune tipologie di pensionamento ad hoc, pensate e accettate dallo Stato, può comunque richiedere il pensionamento, in versione anticipata, ma in questo caso non solo perderà il suo guadagno, ma non ne guadagnerà in sicurezza economica e sociale.
Le tipologie di pensionamento più accreditate
Esistono ad oggi diversi modi per accedere alla pensione, tutti assolutamente validi e assolutamente misurabili in termini di guadagno moderato e comunque che dia quella sicurezza che un pensionato dopo tanto lavoro meriterebbe. SI tratta per lo più di differenze che vedono un dare maggiore attenzione alla vecchiaia o agli anni di servizio.
Si parla di pensione di vecchiaia, quando per accedere tieni conto di un dettaglio molto importante, ovvero il numero di anni di servizio. Per la donna, devono essere almeno 20 anni totali di contributi versati, un requisito importantissimo che viene confermato ad oggi fino a tutto il 2026, ed è relativo a un dato che l’ISTAT considera importante, ovvero le aspettative di vita, che, ahinoi, tenendo a considerarsi sempre più elevate e potrebbero portare a prolungare il periodo di pensionamento.
Esiste anche la pensione anticipata ordinaria, però, che in questo caso pone l’accento su un dettaglio fermo e importante, ovvero il fatto di avere raggiunto come requisito fondamentale i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e i 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, con la possibilità di accedere a una finestra mobile di tre mesi dalla maturazione del requisito contributivo prima dell’erogazione della pensione.
Le novità in materia pensioni
Ma, come ogni anno, proprio perché quelle delle pensioni è un dibattito sempre aperto di fronte al quale tuttavia non vengono mai trovate soluzioni concrete e risolutive, siamo in preda a un vero e proprio momento di grandi cambiamenti, che fanno leva su alcune possibilità connesse al pensionamento, tra cui troviamo la Quota 103.
E’ una versione rinnovata e sicuramente migliorata del percorso che si segue per accedere alla pensione, andando a puntare l’occhio su un pensionamento anticipato e flessibile. Con Quota 103, infatti, i lavoratori possono richiedere il pensionamento se tra età anagrafica ed anni di contributi arrivano a 103, appunto, ma tenendo conto di un requisito importante: gli anni devono essere almeno 62 e i contributi 41!
L’importo dell’assegno pensionistico, in tal senso, è limitato a 4 volte il trattamento minimo INPS, quindi circa 2.413,60€ lordi mensili, quindi piuttosto buona considerando le altre variabili per cui si perderebbe piuttosto che guadagnare. Inoltre è prevista anche una finestra di 7 anni per i lavoratori del settore privato, che diventano 9 per quelli del settore pubblico.
La pensione, che grande impiccio!
E’ probabile che molti di noi un domani si troveranno davvero a fare i conti con una situazione pensionistica, che, se non cambia, è destinata a rendere complessa la vita di quanti, possibilmente, avranno anche la fortuna ( o forse sfortuna! ) di arrivarci. Ad oggi, ci sono numerose novità che bollono in pentola, ma di fatto nessuna risponde ai requisiti che possono essere considerati veri e perfettamente in linea con una vita dignitosa.
Purtroppo di pensione se ne parla e se ne parlerà ancora per lungo tempo. Motivo per cui è indispensabile riuscire a non andare oltre a quelle che sono le motivazioni che spesso ci spingono a chiederci perché non si stabilizzino delle regole ben precise che fanno capo alle esigenze dei lavoratori, tanto pubblici che privati, e mostrando interesse, ma quello vero per il popolo italiano.